cluster turistico Monza Brianza
Il Cluster turistico Monza-Brianza comprende territori che, nel loro insieme, costituiscono una delle realtà più attive e propulsive d’Europa. L’elevato tasso di industrializzazione è principalmente dovuto alle attività del mobile e design (di cui la Brianza è un’area-leader a livello mondiale), della meccanica e metalmeccanica, delle tecnologie di informazione e comunicazione, dei servizi. Discorso a parte per l’artigianato che in Brianza conta ben 22 mila imprese distribuite nei vari settori di produzione; dal mobile-arredo, alle nuove tecnologie, ai servizi turistici, alla ristorazione. Un settore che presenta segni di vitalità.
Un marchio di qualità -Made in Brianza- disciplinato e controllato dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza contraddistingue e tutela le produzioni tipiche di elevato livello nei comparti .
Agricoltura innovativa
L’attualità registra in campo agricolo lo sviluppo di alcune specializzazioni di notevole interesse promosse da un’imprenditoria giovanile e femminile che sembra prediligere un ritorno alla natura con lo sviluppo di attività florovivaistiche, degli allevamenti animali, delle attività agrituristiche, delle fattorie didattiche e dei servizi di ospitalità e ristorazione: ambiti nei quali si delineano interessanti prospettive per l’avvio di nuove attività e di nuova occupazione.
Tradizioni enogastronomiche
L’impoverimento agricolo subito dalla Brianza tra il XVII e il XVIII secolo ha dato origine a una tradizione gastronomica dal gusto robusto, basata su ingredienti poveri legati ai costumi contadini, come il mais da polenta. Oltre all’impiego di verdure e ortaggi locali, un ingrediente-base dei Piatti tipici della cucina tradizionale è dato dalle lavorazioni delle carni, soprattutto di maiale.
Nell’ottica di recuperare, valorizzare e rilanciare le tipicità, importanti risultati sono stati conseguiti nella salvaguardia di alcuni prodotti agroalimentari di antica tradizione (Patata di Oreno, Asparago rosa di Mezzago, Salame Brianza). Il successo ottenuto è servito a delineare ulteiurori obiettivi per la valorizzazione e il rilancio dei cosiddetti prodotti “dimenticati”, da cui sviluppare nuove opportunità.
Rilancio della vitivinicoltura di Brianza
Devastata a fine 1800 dalla filossera, la storica e ricchissima produzione vitivinicola in Brianza - ampiamente illustrata nel Museo civico "Carlo Verri" di Biassono - è stata abbandonata sino a pochi decenni orsono, quando un gruppo di imprenditori si è determinato a rilanciare questa attività con primi impianti di vigneto a Cabernet, Merlot e Syrah. Un’opera ampliatasi con il supporto della Provincia di Monza e Brianza, della Scuola Agraria di Monza, del Consorzio Agricola Brianza in collaborazione con il Consorzio Igt Terre lariane, per rilanciare delle aree estremamente favorevoli ai vitigni, quali quelle tra Monza e le colline Lariane e, in particolare, i pendii di Montevecchia e del Curone. Le produzioni dei Vini di Brianza stanno oggi confermando nella qualità l’avvedutezza delle scelte fatte per riportare la vitivinicoltura brianzola ai livelli che tradizionalmente le competono.
Produzioni orticole e agricoltura sociale
Di notevole interesse sono, inoltre, altre iniziative ed eventi collegati non soltanto alla preservazione di tipologie agricole (ad esempio alcuni cereali come il farro) e artigianali (legno, merletti) caratteristiche del territorio, ma anche a funzioni di solidarietà sociale la cui promozione a livello territoriale costituisce tra l’altro uno specifico obiettivo del programma attuativo dell’Itinerario “Longobard Ways across Europe”. E’ il caso delle attività orticole e di iniziative di “agricoltura sociale” con cui si intende ricreare un legame dei residenti con la terra e con le quali si punta a stabilire un collegamento con il settore della ristorazione al fine di ampliare la gamma di offerta enogastronomica tipica a favore dei visitatori turistici.