Centri di culto
Numerose sono le “impronte” della religiosità longobarda giunte sino ai giorni nostri, in forma materiale e/o di memoria storiografica.
L’Itinerario consente di inserire agevolmente come obiettivi di visita le strutture ecclesiastiche e i centri di culto dell’epoca longobarda posti lungo il tracciato. Un primo censimento di tali beni ha consentito di individuarne 182, ripartiti in varie aree di 17 Regioni italiane.
Si deve tener presente che proprio all'epoca longobarda va ascritta una particolare attenzione verso i luoghi sacri e di culto sia da parte dell’alta nobiltà e dei più elevati ranghi ecclesiastici, sia a livello popolare. La testimonianza più forte viene, ancora una volta, da Monte Sant’Angelo, per la straordinaria attrattiva esercitata dalla figura di San Michele, il comandante delle schiere celesti che impugna la spada, alla stregua del loro antico dio nordico Wotan e per l’alto valore simbolico che i Longobardi liberi attribuivano a tale arma.
Ubi Petrus ibi Ecclesia
Il culto micaelico si diffuse ovunque e innumerevoli furono le intitolazioni all’Arcangelo di nuove chiese e luoghi di culto, non soltanto in Italia.
Una suggestione capace di stimolare grandi flussi di pellegrinaggio sin dal VII secolo, di cui sono prove inequivocabili sia i graffiti incisi da personaggi d’alto rango nella roccia del Santuario di Monte Sant’Angelo, sia i tratturi che in ogni parte del Sud Italia collegavano luoghi di devozione all’Angelo lungo i tracciati della transumanza, praticati, oltre che dai pastori, anche da un più vasto popolo di fedeli.
Significative, in tal senso, le considerazioni espresse anche dall’UNESCO nella definizione dei Criteri che giustificano l’inserimento nella World Heritage List del sito-seriale “The Longobards in Italy. The centres of power (568-774)”:
Longobardi e cattolicesimo - Teodolinda e Papa Gregorio Magno che avviarono la conversione, ispiratrice delle leggi di Liutprando
«The places of the Longobards and their heritage in the spiritual and cultural structures of medieval European Christianity is very important. They considerably reinforced the monastic movement and contributed to the establishment of a forerunner venue for the great pilgrimages, in Monte Sant'Angelo, with the spread of the worship of St Michael. They also played an important role in the transmission of literary, technical, architectural, scientific, historical and legal works from Antiquity to the nascent European world».
Tra le testimonianze di quello che fu anche un imponente disegno di cultura e civiltà, primo fra tutti va considerato il simbolo della preveggente volontà unificatrice di Teodolinda, prima regina longobarda d’Italia: il Duomo di Monza, sorto sul luogo di un originario sacellum di fondazione regia.
Il diacono Giovanni, dopo aver ricevuto doni da papa Gregorio Magno, li consegna all'arciprete di Monza alla presenza di Teodolinda.
Monza, Cappella di Teodolinda - ©Museo e Tesoro del Duomo di Monza/ph: Piero Pozzi
Di massima importanza è anche il Santuario di Monte Sant’Angelo sul Gargano, centro di trasformazione del culto pagano di Wotan in quello, d’origine orientale, di San Michele Arcangelo: un autentico fulcro di culto, tutt’oggi méta di intensi pellegrinaggi, oltre che modello cui si è ispirata la costruzione, in Francia, dell’altrettanto celebre Mont Saint-Michel.
San Michele Arcangelo
Occupano altresì un posto di assoluta rilevanza le altre prestigiose realizzazioni dei beni artistico-monumentali di riferimento religioso inseriti nel sito-seriale UNESCO “The Longobards in Italy, the centres of power (568-774 d.C.)”: il capolavoro assoluto del Tempietto longobardo di Cividale, la chiesa di S.Salvatore a Brescia; la chiesa di S. Salvatore a Spoleto e il Tempietto sul Clitunno della vicina Campello; il complesso di Santa Sofia a Benevento, voluto dal principe Arechi II quale santuario nazionale del Longobardi del Sud. A tali opere si aggiungono le numerose chiese pavesi, tra le quali spicca - nel suo rifacimento - S.Pietro in Ciel d’Oro in cui, per volere del re Liutprando furono traslate le reliquie di S.Agostino e alcune fondazioni principesche nei principati di Salerno e Capua.
Fondazione del Duomo di Monza
Monza, Cappella di Teodolinda - ©Museo e Tesoro del Duomo di Monza/ph: Piero Pozzi
L’elenco è lungo e ad esso bisogna aggiungere quello delle chiese e specialmente dei monasteri - poi abbazie - fondate dai re, dai duchi e dagli esponenti dell’aristocrazia longobarda, dove furono preservate le opere dell’antichità classica e si promossero fondamentali attività di studio: da Bobbio (eretta da San Colombano su autorizzazione di Agilulfo e Teodolinda) a Nonantola; da Montecassino (prima distrutta, poi ricostruita dai Longobardi) sino a Cava de’Tirreni; da Sesto al Reghena all’Abbadia di San Salvatore; da Leno a S.Vincenzo al Volturno.
Monte Sant'Angelo - Grotta Santuario di San Michele Arcangelo
Non vanno dimenticate altre preziose manifestazioni dell’architettura altomedievale distribuite in quasi tutta Italia o gli apprestamenti cultuali nelle grotte-santuario del salernitano, di Matera e dell’area calabro-lucana.
ALLEGATI
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